La partenza non è stata semplice; l'ambasciata nigeriana non ci ha rilasciato il visto per tempo e abbiamo perso i biglietti, ma il nostro entusiasmo non ci ha fatto scoraggiare. Prenotati nuovamente i voli, siamo partiti il prima possibile.
Gioacchino ha fotografato puntualmente e solertemente i momenti più toccanti della nostra ennesima missione.
Stefano, in questa sua nuovisssima esperienza, ha offerto con nobile spirito di adattamento tutta la sua collaborazione dove e quando ce n'era bisogno.
Ma noi di Solaria non possiamo soltanto limitarci a curare gli ammalati due, tre volte l'anno, dobbiamo pensare anche a fare oculate scelte per investimenti futuri.
Nell'intervallo delle visite abbiamo rifornito le studentesse della scuola per infermiera di oltre 200 capi di abbigliamento nuovo che avevamo trasportato con noi. La distribuzione di un container inviato è stato affidato alla suora
... e non per ultimo sono state affrontate con i nostri piccoli fondi le spese di un intervento di tumore di una giovane donna.
Fatte tante considerazioni e discutendo a lungo ci siamo accorti che senza una nostra presenza continua tutto va perso. Gli abitanti di quei paesi non sono ancora in grado di stabilire una valida organizzazione, che si muova autonomamente; hanno fatto molti progressi ma ancora necessitano di tanto training. La nostra finalità rimane sempre quella di "veder loro pescare e non di porgere loro ogni tanto il pesce"; ancora nel paese del petrolio, dove anche stavolta siamo rimasti a piedi per mancanza di benzina, devono imparare tutto; un volontario che si reca in quelle terre è utile a insegnar a quella gente qualunque nozione di vita.
Purtroppo nonostante il nostro grande impegno, la crescita di "Air Solidarity Nigerian Ngo, affiliated by Solaria Association" è lenta, ostacolata da difficoltà di reperire fondi e risorse locali; siamo in trepida attesa di veder consolidare il progetto dell'ospedale (necessitano lettini, materassi, attrezzature...) con una sana gestione realizzando così il nostro grande sogno... veder sorridere gli occhi di un bambino.
E' vero che anche nel nostro paese esistono realtà degradate, ma questo non ci deve autorizzare a lasciare perdere chi è più lontano, dobbiamo occuparci di entrambi questi mondi. Nessuno deve avere un privilegio rispetto ad un altro.
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